The Nuragic Well Temple of Santa Cristina
Paulilàtino (Oristano), Sardegna, Italy
July 14, 2006 - 14:30 CET
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Software: Nikon Capture NX, PTMac 4.1 by Kekus, CubicConverter 2.2.1, Adobe Photoshop CS2.
In epoca nuragica era un santuario dedicato al culto degli dei delle acque e degli inferi: pellegrini da ogni parte della Sardegna devono essere convenuti qui per secoli, come testimoniano i bronzetti rinvenuti nell'area. Il sito comprende anche i resti di un nuraghe, di una capanna delle riunioni, e di molti altri edifici di epoche diverse.
Il tempio è il meglio conservato di circa quaranta templi a pozzo conosciuti in Sardegna, nonché uno dei più belli. Solo alcuni gradini sono stati restaurati, il resto è tutto autentico.
La struttura è estremamente razionale e suggestiva: l'ingresso trapezoidale si apre su una scalinata che conduce ad una cupola a tholos simile al Tesoro di Atreo di Micene ma molto più raffinato nella costruzione, sebbene molto più piccolo.
Guardando in alto si nota una spettacolare scalinata capovolta, che qualcuno interpreta come percorribile dalle divinità degli inferi.
I conci di scuro basalto sono tagliati e assemblati a secco in un modo così perfetto da far dubitare i primi archeologi dell'attribuzione di quest'opera alla civiltà nuragica, ma il rinvenimento di altri templi simili ha fugato ogni dubbio. Questa perfezione testimonia le grandi capacità achitettoniche che i nuragici devono aver avuto, contemporaneamente ad altre civiltà mediterranee contemporanee.
Recenti studi e nuove ipotesi tentano di risolvere alcuni misteri relativi alla civiltà nuragica e alla sua scomparsa. La più sconvolgente è l'identificazione della Sardegna con Atlantide, il mitico continente sommerso dalle acque: considerando il diverso stato di conservazione dei nuraghi nel sud e nel centro della Sardegna, si direbbe che un gigantesco tsunami abbia effettivamente ricoperto gran parte dell'isola alla fine dell'Età del Bronzo, segnando una brusca interruzione dei traffici navali e probabilmente spazzando via un'intera civiltà, i cui superstiti si sarebbero sparpagliati per tutto il Mediterraneo, diffondendo la propria conoscenza e tecnologia dei metalli.
Since the interesting points were higher or lower than horizon level, I chose to take two rows of shots every 60°, at +30° and -30°, plus a nadir shot.
I took bracketed shots: at f/16 and 400 ISO, the exposures were 1 sec (0 EV), 6 sec (+2 EV) and 1/2.5 sec (-2 EV).
I then decided to take some extra shots of the entrance to have a light blue sky to add: the one I used was 1/100 sec at f/16, 400 ISO.